Maria Grazia Galatà
fotografia e poesia

Fermagenesi

date » 05-11-2025 12:40

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Isabella Bignozzi
FERMAGENESI

Questo prezioso libro con titolo “Fermagenesi “di Isabella Bignozzi è un'opera poetica pubblicata nel 2025 da Anterem Edizioni, come parte della collezione Piccola Biblioteca Anterem. ​ Si tratta di un testo che esplora temi profondi e universali attraverso un linguaggio ricco di immagini evocative e simboliche. ​ Stampato da Cierre Grafica, il libro si distingue per la sua cura editoriale e grafica, curata da Valentina Corbellari. Fermagenesi è un viaggio letterario che riflette sulla genesi, il tempo, la memoria e l'essenza dell'esistenza.

Il tema principale di Fermagenesi di Isabella Bignozzi è la genesi e la trasformazione, intesa come un processo continuo di creazione, distruzione e rinascita. L'opera esplora concetti profondi legati alla memoria, al tempo, alla luce e all'essenza dell'esistenza, utilizzando un linguaggio poetico ricco di immagini evocative e simboliche. Attraverso una narrazione intensa e riflessiva, il libro invita a una meditazione sull'origine e sul significato della vita.
Nel testo di Fermagenesi emergono numerosi simboli evocativi che arricchiscono la narrazione poetica. Tra i principali troviamo:
Il cuore rosso battente: simbolo di vita, passione e origine, rappresenta il fulcro della genesi e della trasformazione. ​
Il rosso aperto: richiama l'idea di creazione, vulnerabilità e intensità emotiva. ​
La luce e il suono: metafore della vita, della spiritualità e della connessione con l'universo. ​
L'acqua e il fiume: simboli di flusso, movimento e continuità, legati alla memoria e al tempo.
La cenere e il fuoco: rappresentano distruzione e rinascita, il ciclo perpetuo della vita e della morte.
La rosa e il fiore rosso: immagini di bellezza, fragilità e amore eterno.
La luna e il cielo: simboli di mistero, eternità e trascendenza.
Il diamante e la luce: evocano la purezza, la perfezione e la ricerca di un significato superiore.
Questi simboli si intrecciano in una narrazione che riflette sulla condizione umana, sulla spiritualità e sulla tensione verso l'infinito.

Lo stile di scrittura di Isabella Bignozzi in Fermagenesi è profondamente poetico, evocativo e simbolico. Si caratterizza per:
Linguaggio lirico e ricercato: Utilizza un lessico raffinato e immagini suggestive per creare un'atmosfera intensa e contemplativa. ​
Tonalità visionaria e onirica: I suoi testi evocano scenari surreali e metafisici, spesso sospesi tra sogno e realtà. ​
Uso di simboli e metafore: La scrittura è ricca di simboli universali come il cuore, la luce, il fuoco, l'acqua e la rosa, che veicolano significati profondi e universali. ​
Ritmo musicale: La struttura dei versi e l'uso di ripetizioni e allitterazioni conferiscono al testo un andamento melodico e armonioso.
Profondità filosofica: I temi trattati, come la genesi, la memoria, la spiritualità e l'essenza dell'esistenza, sono affrontati con una prospettiva riflessiva e introspettiva.
In sintesi, lo stile di Bignozzi è un connubio di poesia e prosa, che invita il lettore a i mmergersi in un viaggio emotivo e intellettuale attraverso immagini e riflessioni di grande intensità.

“Fermagenesi” sembra suggerire che la vita sia un ciclo di nascita, morte e rinascita, un continuo germogliare e rifiorire, anche nel dolore e nella perdita. ​ È un invito a contemplare l'essenza dell'esistenza, a trovare bellezza e significato nel movimento perpetuo e nell'immobilità, nella luce e nell'ombra, nel suono e nel silenzio.
Tra i suoi testi mi colpisce :
Cattedrali d’ossa bianchissime, quel che dorme
nella terra: ecco la trasparenza, mentre muto il
granello rigermoglia tra i rauchi ruderi, facendo
angeli di vento fino alle porte del precipizio, quel
culmine sommo dov’è la torre eterna, l’indimostrabile
del cosmo che vibra.
Stimmate d’anni, nei palmi l’alba: il corpo come
un raggiro di coriandoli, mentre dal nucleo continua
a generarsi genesi, un plotone di cuori rossi
battenti nelle fiamme mai prese al laccio: grembo
cielo nel canto del volo.
Le asce radiose incessantemente creando scalate
alle altane di luce, una cordigliera candida, le
sillabe incessanti a salire in nubi calde di rose,
di parole ascoltate i germogli, oh, dove le parole
ascoltate.

Le "cattedrali d'ossa bianchissime" rappresentano una visione di purezza e sacralità, ma anche di vulnerabilità, poiché le ossa sono ciò che rimane dopo la vita, un simbolo di ciò che è eterno e al tempo stesso effimero. ​ La trasparenza e il rigermogliare del granello tra i ruderi suggeriscono un ciclo di rinascita, dove anche ciò che sembra distrutto può generare nuova vita. ​
L'immagine degli "angeli di vento" e del "precipizio" evoca una tensione tra il terreno e il celeste, tra la caduta e l'ascesa, tra il limite umano e l'infinito cosmico. ​ La "torre eterna" e il "cosmo che vibra" richiamano una dimensione spirituale e universale, dove il tempo e lo spazio si fondono in un'esperienza trascendente. ​
Questi versi sono un invito a contemplare la bellezza e il mistero della vita, anche nei suoi aspetti più fragili e transitori, e a trovare un senso di sacralità nel ciclo continuo di distruzione e creazione.
Il resto è da leggere con tanta dedizione


Maria Grazia Galatà

Fermagenesi di Isabella Bignozzi è un'opera poetica pubblicata nel 2025 da Anterem Edizioni, come parte della collezione Piccola Biblioteca Anterem. ​ Stampato da Cierre Grafica

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Corpo_Spazio_ Parola

date » 02-11-2025 10:10

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Corpo _Spazio _Parola
Stefania Bortoli

1^ edizione marzo 2025
Questo volume è stato stampato presso
Digital Team - Fano (PU)



Il titolo "Corpo _ Spazio _ Parola" rappresenta i temi centrali del libro di Stefania Bortoli, che esplora le connessioni profonde tra il corpo, lo spazio e la parola poetica. ​ Indica un percorso di ricerca artistica e personale, in cui il corpo diventa un mezzo per percepire e interagire con il mondo circostante, lo spazio si trasforma in un luogo di esplorazione e relazione, e la parola poetica emerge come espressione di emozioni, sensazioni e memorie. ​ Il titolo riflette l'intreccio tra fisicità, ambiente e linguaggio, che si fondono in un'esperienza intima e creativa. ​
Il libro "Corpo _ Spazio _ Parola" di Stefania Bortoli è profondamente influenzato da diverse forme artistiche e discipline. ​ Le principali influenze includono:
Danza contemporanea: L'autrice ha tratto ispirazione da un laboratorio di pratiche performative condotto dalla sorella Chiara Bortoli, danzatrice e autrice nell’ambito della danza contemporanea. ​ L'esperienza al Voll, spazio artistico di Vicenza, ha avuto un ruolo centrale nella sua esplorazione del corpo e del movimento. ​
Poesia: La parola poetica è il mezzo principale attraverso cui l'autrice esprime le sue emozioni, sensazioni e riflessioni, trasformando le esperienze corporee e spaziali in versi. ​
Disegno: Il libro è arricchito da sei disegni originali di Francesca Raineri, insegnante di Discipline Pittoriche e danzatrice. ​ I disegni riflettono l'idea di un corpo che si trasforma e si connette con l'alterità, principio generativo del danzare. ​
Pluridisciplinarità: La ricerca artistica e linguistica dell'autrice è arricchita da un percorso che unisce diverse discipline, come la danza, la poesia e le arti visive. ​
Queste influenze si intrecciano per creare un'opera che esplora il corpo, lo spazio e la parola come strumenti di espressione, relazione e scoperta. ​
Il messaggio principale di Kazuo Ōno, riportato nel libro "Corpo _ Spazio _ Parola", è un invito a vivere la danza come un'esperienza profonda e consapevole. ​ Egli incoraggia a muoversi lentamente, valorizzando ogni istante della vita e permettendo che ogni movimento plasmi un mondo. ​ La danza, secondo Ōno, non è solo un atto fisico, ma un modo per far penetrare questi mondi nell'anima, creando una connessione intima tra corpo e spirito. ​


Il contributo di Francesca Foscarini, invece, arricchisce il libro con una prospettiva che unisce la danza e la poesia, offrendo una lettura profonda e sensibile dell'opera.
A pagina 18 del libro "Corpo _ Spazio _ Parola" di Stefania Bortoli, si trova la poesia intitolata «Nella camera della Torre – durante la notte». ​ In questo componimento, l'autrice descrive un momento intimo e riflessivo vissuto nella solitudine della notte, distesa a letto sotto un piumone azzurro. ​ La poesia sembra rappresentare un momento di raccoglimento e introspezione, in cui l'autrice si confronta con le emozioni e le esperienze vissute, trasformandole in parole poetiche. ​


" Nella camera della Torre – durante la notte
distesa a letto – sotto il piumone azzurro
questa poesia tra le nostre mani”
in questo libro troviamo un viaggio poetico e sensoriale che intreccia corpo, spazio e parola, nato dall'esperienza personale dell'autrice in un laboratorio di pratiche performative condotto dalla sorella, Chiara Bortoli, danzatrice e autrice di danza contemporanea. ​ Il libro raccoglie poesie che emergono da un percorso di esplorazione corporea, visiva ed emozionale, arricchito da un contributo di Francesca Foscarini e sei disegni di Francesca Raineri.



230324
Non affidarti alla vista che ti orienta –
e ci guida attraverso i luoghi
Qui non ci sono occhi – sguardi che inibiscono
e non vedono più lontano
Ora – intorno a te –
trenta palpebre si chiudono
Sto ascoltando la memoria del corpo:
mentre decifra dentro di me
si generano Altre forme

Poesia sensoriale che trascina nell’intero sentire

Maria Grazia Galatà



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Omaggio a Kafka al Centro Candiani

date » 24-09-2024

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In occasione dell'anniversario del centenario dalla morte dello scrittore, il Centro Candiani presenta sabato 14 settembre 2024 alle ore 17.30. in auditorium IV piano, lo spettacolo In memoria di Gregor Samsa - Ricordando Kafka, letture e dialoghi a cura di Maria Grazia Galatà e Stefano Guglielmin. Le voci dei poeti Maria Grazia Galatà, Stefano Guglielmin, Davide Antonio Pio, Annalisa Rodeghiero accompagneranno gli spettatori in un racconto letterario che celebrerà l'opera immortale del grande scrittore a un secolo dalla scomparsa.
Fotografie di Fabrizio Radica - Immagine del manifesto è dell'artista Enzo Venezia

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Il Sogno di una Cosa

Al Centro Candiani sabato 10 maggio 2025 alle ore 17.30 va in scena il recital narrativo Il sogno di una cosa, di Pier Paolo Pasolini, a cura di Maria Grazia Galatà.

Il sogno di una cosa, titolo di un breve racconto del 1948, indica chiaramente lo smarrimento dei nostri tempi e l’attualità stupefacente di Pier Paolo Pasolini.

La “cosa”, ormai staccata dal suo “sogno”, il suo non poter più essere sognata (quindi detta) è lo scontro sofferto con la modernità del poeta (ma anche il nostro); la coralità perduta che egli rimpiange è oggi il declino della coscienza di appartenenza comune e collettiva: ci avviamo non solo verso la solitudine ma anche verso l’individualismo alienante per l’umano; se ai suoni della vita e delle cose vive si sostituisce il silenzio delle idee, questo vuoto viene riempito da frastuoni e immagini illusorie, e lo sfondo lirico della natura che in qualche modo soccorreva il poeta, oggi non può più venirci in soccorso perché anch’essa è in pericolo.
https://live.comune.venezia.it/it/2025/05/il-sogno-di-una-cosa-recital-narrativo-al-candiani

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Dice il vero chi parla di ombre - A Paul Celan - Mostra fotografica

date » 28-01-2015 18:39

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COMUNICATO STAMPA
“DICE IL VERO CHI PARLA DI OMBRE”,
una mostra di Maria Grazia Galatà
dedicata a Paul Celan


Venerdì, 18 ottobre 2013, alle ore 18,30, presso la Piccola Galleria dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, avrà luogo l’inaugurazione della mostra fotografica „Dice il vero chi parla di ombre” di Maria Grazia Galatà .

La mostra, dedicata a Paul Celan, uno dei più noti poeti romeni all’estero, dove le sue poesie sono state considerate “l’unica estensione lirica dell’opera kafkiana” prende il titolo da una delle più emblematiche asserzioni di Celan: “dice il vero chi parla di ombre”. Questa è anche la chiave di lettura che Maria Grazia Galatà ha dato alla ricerca e alla documentazione fotografica dell’ex ospedale psichiatrico di Rovereto, visto nell’ambito della mostra quale elemento di ricostruzione degli ultimi anni di vita del poeta romeno. Spesso, questi luoghi abbandonati diventano elementi d’ispirazione a causa dell’impatto estetico che hanno sul visitatore. Per tanto, l’attuale mostra è, nella visione degli autori, la connessione tra i pensieri di Celan e le vite di coloro che sono vissuti in quei posti.

Maria Grazia Galatà, è poetessa e, allo stesso tempo, si occupa di fotografia. Quale poetessa ha partecipato alla “Notte dei poeti” del 2005 nell’ambito della 51-a Biennale di Venezia insieme ad Ana Blandiana organizzata all’Istituto Romeno di Venezia. Nello stesso anno, ha partecipato con un’opera foto-poetica alla mostra del Padiglione Italia, curatore Philippe Daverio. Nel 2009, nell’ambito di “Notte di Luce”, alla 53-a Biennale di Venezia, organizzata da Marco Rotelli, ha partecipato con altre opere fotografiche. Nel 2011 ha collaborato insieme agli artisti Pinina Podestà e Robert Quelven alla mostra dedicata a Emil Cioran organizzata al Centro Culturale “Candiani” di Mestre, in collaborazione con l’Istituto Romeno di Venezia. Inoltre, è autrice di varie altre mostre personali e collettive.

La mostra, organizzata con il sostegno dell’Istituto Culturale Romeno e con il patrocinio della Città di Venezia, potrà essere visitata presso la Piccola Galleria dell’Istituto, sita in Cannaregio 2211, fino al 1° novembre 2013, dal lunedì al venerdì, nell’intervallo orario 10-13 e 15-17. L’ingresso è libero.



ISTITUTO ROMENO DI CULTURA E RICERCA UMANISTICA
Palazzo Correr - Cannaregio 2214 (Campo Santa Fosca)
30121 Venezia, ITALIA

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